Ezio Gribaudo (Torino, 1929-2022) era un artista e editore d’arte formatosi all’Accademia di arte di Brera e successivamente presso la Facoltà di architettura del Politecnico di Torino. Aprendo il suo percorso artistico e professionale al lavoro di editore d’arte per le maggiori personalità dell’arte moderna e contemporanea, ha avuto modo di collaborare con Chagall, de Chirico, Fontana, Peggy Guggenheim, Miró, Moore. Così, Gribaudo ha messo insieme un gotha di artisti rinomati, e ha potuto sviluppare idee editoriali di grande impatto che hanno influenzato il suo stesso lavoro artistico, forgiatosi in parte in tipografia.
Ha realizzato volumi per le Edizioni d’Arte Fratelli Pozzo, Fabbri Editori, Abrams, Hachette, e molti altri. Il suo catalogo di libri, i trentaquattro artisti pubblicati sotto la sua direzione nelle Grandi Monografie Fabbri Editori (1966-1990), include varie voci di maestri dell’arte moderna tra cui Karel Appel, Francis Bacon, Alberto Burri, Giorgio de Chirico, Marcel Duchamp, Hans Hartung, Wifredo Lam, Man Ray, Joan Miró, Henry Moore, Antoni Tàpies e molti altri.
L’attività di Gribaudo, che al fine era unicamente concentrata sulla sua produzione artistica, nel corso degli anni ha anche incluso quella di promotore di notevoli eventi culturali, soprattutto nel settore espositivo. A Torino, ha organizzato una mostra della Peggy Guggenheim Collection nel 1976 alla Galleria Civica d’Arte Moderna e la mostra-spettacolo Coucou Bazar nel 1978 per Jean Dubuffet alla Promotrice delle Belle Arti, organizzata per la FIAT. Inoltre, Gribaudo era un collezionista di classici di arte moderna e le opere da lui acquisite includono opere di Calder, Carrà, Chemiakin, de Chirico, Dubuffet, Ernst, Fontana, Matta, Moore e Tàpies.
Con il suo lavoro artistico realizzato attraverso vari media e tecniche miste, nonché i tradizionali strumenti pittorici, è passato dalla grafica alla scultura e alla pittura, con gli utensili della moderna industria tipografica, poi sostituiti con torchi manuali echeggianti la dimensione più artigianale della sua opera. Gribaudo ha elaborato queste tappe figurative come elementi che nel loro insieme costituiscono una vera e propria resa figurativa del mondo e allo stesso tempo di una visione intesa come mimesi del reale, dove ogni aspetto investigato dall’artista viene filtrato dall’opera stessa attraverso una precisa scelta estetica e un attento processo conoscitivo che comprende testi letterari e giornalistici trattati come opere d’arte.
Come in un dizionario di immagini, e con l’elaborazione di un lessico funzionale alla sua arte, nella sua carriera Gribaudo ha sviluppato la sua opera attraverso diversi temi fondamentali. A partire dai flani e dai logogrifi (la cui serie si è sviluppata in metallogrifi e saccogrifi), ha aggiunto alla sua produzione i Teatri della memoria, i simboli del Concilio, i cieli, i dinosauri e le piramidi.
I Teatri della memoria propongono uno studio delle arti mnemoniche, nelle quali l’artista ordina il linguaggio secondo vari codici immaginali per ricomporre i segni verbali del reale e ricreare nuovi significati concettuali che evocano il passato da recuperare. Il suo lessico artistico ha incorporato e creato una terminologia precisa e attenta a tutti gli sviluppi che hanno accompagnato la sua produzione, realizzando così delle modalità espressive riconducibili unicamente al suo percorso.
Dopo un inizio caratterizzato da uno stile figurativo e non astratto, Gribaudo ha ampliato i suoi interessi pittorici includendo molteplici materiali e tecniche, dando così vita a flani e logogrifi. I monocromatismi bianchi elaborati in tipografia sono stati realizzati con le matrici e le tecniche della riproduzione seriale con i flani , scarti della produzione di giornali e testi editoriali, andando così al di là delle tecniche pittoriche tradizionali. Negli anni sessanta, ha sviluppato i logogrifi , ovvero impronte tipografiche su carta buvard, prive di inchiostro e impresse a secco (embossing ), dimostrando come nel suo lavoro sia fondamentale il rapporto tra testo e immagine.
Gribaudo ha vinto il premio per la grafica alla XXXIII Biennale di Venezia (1966) precisamente con i logogrifi, il cui concetto è basato sul gioco linguistico di un logos che passa attraverso rebus verbali e immaginali, dove grifo significa “rete da pesca”. I logogrifi hanno poi dato origine a loro volta a molteplici sviluppi materici e verbali quali i metallogrifi e i saccogrifi.
All’interno di questa metamorfosi delle tecniche, continua a tornare un uso della scrittura resa come arte. Le notizie giornalistiche dei flani, ad esempio, vengono trasformate da cronaca dell’esperienza collettiva dell’umanità a testo letterario, o viceversa. Il loro linguaggio si fa immagine, ma allo stesso tempo la stessa immagine viene trattata come linguaggio. Testi antiquari vengono collocati all’interno di cornici pittoriche come intarsi realizzati con la tecnica del collage, con ampio riutilizzo di immagini pre-esistenti e ricontestualizzate.
Per quanto riguarda i monocromatismi bianchi, che sono tra gli elementi iconici della sua opera, va tenuto presente che Gribaudo era un attento conoscitore di Malevič, Klein e Rauschenberg, oltre che del surrealismo e della pittura metafisica di de Chirico che hanno influenzato la sua evoluzione figurativa. Il suo uso di ready-made e materiali non tradizionali trova dei rimandi in Burri e Fontana; infine, nel suo uso dell’industria tipografica, Gribaudo si ispira ad alcuni elementi del Futurismo, proiettandoli nella contemporaneità.
I vari riconoscimenti ricevuti da Ezio Gribaudo includono la IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma (1965), la IX Biennale di San Paolo in Brasile (1967), il Premio Pannunzio (2003), il Premio Tigullio (2009) e l’IIC (Istituto Italiano di Cultura) Lifetime Achievement Award (2016).
Gribaudo aveva mostre personali alla Galleria d’Arte La Bussola, Torino (1959); Galleria Viotti, Torino (1968); Galleria Schwarz, Milano (1967-1972); Galerie de France, Parigi (1968); Kunstverein Göttingen (1971); Petit Palais, Musée d’Art Moderne, Geneva (1971); Museum of Modern Art, Rio de Janeiro (1973); Marlborough Graphics Gallery, Londra (1974); David Hockney / Ezio Gribaudo, Galleria Michaud, Firenze (1974); Nakhamkin Fine Arts Gallery, New York (1981); Galleria d’Arte Moderna Toninelli, Roma (1982); Italian Cultural Institute, New York (2013); Biblioteca Nazionale Centrale, Roma (2015); Pinacoteca Albertina, Torino (2016); Biblioteca Nazionale, Torino (2018); Museo Nazionale del Risorgimento,Torino (2019); Casa Museo Jorn, Albissola Marina / Museo della Ceramica, Mondovi (2019); Etablissement d’en face, Bruxelles (2019); The Bahrain National Museum, Bahrain (2020); Galerie Sans Titre, Parigi (2022).
Le opere di Ezio Gribaudo si trovano in numerosi musei tra i quali il Museum of Modern Art (MoMA) di New York, il Museum of Imagination di Hudson (New York), la Peggy Guggenheim Collection e Ca’ Pesaro di Venezia, il Museu de Arte Moderna do Rio de Janeiro, il Museum of Modern Art di Eilat, il Robert McDougall Art Gallery di Christchurch, il Musée des Arts Decoratifs di Parigi, il Petit Palais Musée d’Art Moderne di Ginevra, la Narodni galerie v Praze di Praga, la Maison de la Culture et des Loisirs di Saint-Étienne, il Kunstverein di Göttingen, la Galleria d’Arte Moderna di Roma, l’Accademia Albertina di Belle Arti e il Museo Nazionale del Risorgimento, entrambi a Torino, la Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto, l’Accademia di Belle Arti di Catania.
Ezio Gribaudo (b. 1929 – 2022) was an artist and art publisher who lived and worked in Turin. He was trained in the Art Academy of Brera in Milan, and later at Turin Polytechnic Faculty of Architecture.
Like an illustrated dictionary or a glossary of key terms, Gribaudo developed his work through the articulation of a number of basic themes, starting with his Flano (Flong) and Logogrifo (Logogriph) works.
By assimilating into his artistic trajectory the job of art publisher, in which capacity he worked with some of the major figures in modern and contemporary art, Gribaudo developed a series of impactful publishing ideas that influenced his artistic output, part of which was forged in dialogue with different printing machines and mechanisms.
He created books for Edizioni d’Arte Fratelli Pozzo, Fabbri Editori, Abrams, Hachette among others. Many monographs on artists were published under his direction in the series Le Grande Monografie, which he conceived and edited for Fabbri Editori (1966-1990), and which included monographs on such major artists as Karel Appel, Francis Bacon, Alberto Burri, Giorgio de Chirico, Marcel Duchamp, Hans Hartung, Wifredo Lam, Man Ray, Joan Miró, Henry Moore, Antoni Tàpies and many others.
Over the years, Gribaudo was likewise committed to promoting notable cultural events and exhibitions, including his contribution to the ICAR (International Center of Aesthetic Research), which Michel Tapié founded in Turin in 1960. Gribaudo and Tapié grew to be frequent collaborators, and Gribaudo edited and published a number of groundbreaking books with Tapié for Edizioni d’Arte Fratelli Pozzo, including Devenir de Fontana (1961). In Turin, he organized the exhibition of the Peggy Guggenheim Collection in 1976 at the Galleria Civica d’Arte Moderna, and Jean Dubuffet’s exhibition-performance Coucou Bazar in 1978 at the Promotrice delle Belle Arti with FIAT.
Ezio Gribaudo’s artistic production has been awarded a number of prestigious international prizes, among which, the 9th Rome Quadriennale (1965), as well as the Graphic Arts Prize at the 33rd Venice Biennale (1966) and at the 9th São Paulo Art Biennial (1967). In 2011, he was invited to participate in the Italian Pavilion of the 54th Venice Biennale.
Gribaudo has had solo shows at Galleria d’Arte La Bussola, Turin (1959); Galleria Viotti, Turin (1968); Galleria Schwarz, Milan (1967-1972); Galerie de France, Paris (1968); Kunstverein Göttingen (1971); Petit Palais, Musée d’Art Moderne, Geneva (1971); Museum of Modern Art, Rio de Janeiro (1973); Marlborough Graphics Gallery, London (1974); David Hockney / Ezio Gribaudo, Galleria Michaud, Florence (1974); Nakhamkin Fine Arts Gallery, New York (1981); Galleria d’Arte Moderna Toninelli, Rome (1982); Italian Cultural Institute, New York (2013); Biblioteca Nazionale Centrale, Rome (2015); Pinacoteca Albertina, Turin (2016); Biblioteca Nazionale, Turin (2018); Museo Nazionale del Risorgimento,Turin (2019); Casa Museo Jorn, Albissola Marina / Museo della Ceramica, Mondovi (2019); Etablissement d’en face, Brussels (2019); The Bahrain National Museum, Bahrain (2020); Galerie Sans Titre, Paris (2022).
Ezio Gribaudo’s works are featured in the permanent collections of important institutions and museums, including the Museum of Modern Art (MoMA), New York; Museum of Imagination, Hudson, NewYork; Peggy Guggenheim Collection, Venice; Ca’ Pesaro, Venice; Museum of Modern Art, Rio de Janeiro; Museum of Modern Art, Eilat; The Robert McDougall Art Gallery, Christchurch; Musée des Arts Decoratifs, Paris; Petit Palais, Musée d’Art Moderne, Geneva; The National Gallery, Prague; Maison de la Culture et des Loisirs, Saint- Étienne; Kunstverein Gottingen; Galleria d’Arte Moderna, Rome; Pinacoteca Albertina, Turin; G.A.M. Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea,Turin; Museo Nazionale del Risorgimento, Turin; Galleria Civica d’Arte Moderna, Spoleto; Accademia di Belle Arti, Catania.